Come Scegliere Il Fotografo Per Il Matrimonio

Organizzare il matrimonio per molti è un’esperienza nuova. E’ anche un notevole investimento in termini emotivi e monetari. Le aspettative sono elevatissime, l’evento è irripetibile, deve essere “buona la prima”.

Indice dei Contenuti

    Lavoro in questo settore da quasi vent’anni ormai e ho capito che la fotografia di matrimonio è forse uno dei generi più difficili e incompresi. Spesso gli sposi non hanno punti di riferimento per orientarsi nel mare in tumulto delle offerte, delle nuove tecnologie, delle mode del momento.

    Quindi, come scegliere il fotografo per il matrimonio? Di certo è tra le operazioni più delicate che dovrete affrontare. Al contrario di altre, quella del fotografo è una scelta che ha un grande impatto non soltanto sullo svolgimento del matrimonio in sé, ma anche sulla qualità dei ricordi che conserverete della vostra festa più importante, meglio organizzata, più emozionante.

    Quello che esprimo in quest’articolo è il mio personale punto di vista, la mia filosofia maturata in molti anni di attività nel settore. Non pretendo di avere la verità in tasca, ma voglio provare a raccontare quello che ho imparato sperando che possa essere utile a molti nella scelta del proprio fotografo ideale.

    Immaginate il Fotografo

    Immaginate una persona che sta a stretto contatto con voi per tutto il giorno del vostro matrimonio. Da quando vi preparate fino al taglio della torta e anche un pò oltre.
    Ecco chi è il fotografo.

    Gli sposi ignorano le conseguenze di tutto questo fin quando non si ritrovano a vivere alcuni dei momenti più emozionanti della loro esistenza insieme al fotografo sbagliato.
    Purtroppo arrivati a quel punto è già troppo tardi.

    Se il fotografo che avete scelto non fa per voi vi infastidirà. Vi chiederà di fare cose che non vorreste fare. Lavorerà per realizzare le sue fotografie, costringendovi ad aderire alla sua idea di matrimonio, anche se in conflitto con voi e con la vostra idea.
    Magari è il fotografo perfetto per qualcun altro, ma per voi sarà soltanto una spina nel fianco e non vedrete l’ora di liberarvene.

    Il professionista giusto invece è vi mette a vostro agio, vi tranquillizza, rispetta il vostro modo di essere.
    E’ una persona con cui potete scherzare per alleviare l’emozione, partecipa al vostro matrimonio piuttosto che lavorare e basta. Capisce le vostre esigenze e le anticipa. Lavora per raccontare la vostra storia, che è qualcosa di irripetibile e di autentico, ed ha un valore senza tempo per voi e per la famiglia che state costruendo.

    Emiliano Tidona Fotografo - Sposa si prepara
    La sposa si prepara insieme alla sua testimone. Castello Tafuri, Portopalo di Capopassero

    Il vostro scopo ovviamente è quello di scegliere bene. Ma non avete mai scelto un fotografo per il vostro matrimonio, quindi vi serve qualche informazione in più.

    Le mode, le tendenze, le tradizioni.

    Anche la fotografia di matrimonio vive di mode e di tendenze. Le mode ci aiutano a parlare una lingua comune, a descrivere il nostro tempo, a vedere le cose da un punto di vista più ampio.

    La moda più importante in questo periodo è senza dubbio quella del Reportage. Moltissimi fotografi descrivono se stessi come “reportagisti”. Alcuni promuovono la cosa come una novità assoluta, ma il genere Reportage è qualcosa di antico, che risale alla nascita della pellicola, del foto giornalismo d’attualità e quindi della fotografia come la conosciamo oggi.

    Il Reportage è senza dubbio la chiave di lettura più adatta a raccontare un evento come il matrimonio in maniera autentica e naturale.

    Perchè il Reportage?

    Il Reportage è un genere fotografico che ha lo scopo di raccontare una storia reale attraverso una serie di immagini.

    Va di moda tra gli sposi perchè è credenza comune che sia sinonimo di “niente foto in posa”, ma la realtà è leggermente diversa.

    Per Reportage si può intendere anche una serie di canoni stilistici che possono essere ottenuti attraverso la posa. In soldoni significa che alcuni fotografi di Reportage costruiscono scene che sembrino casuali e rubate, facendoti stare in una posa che sembri spontanea ma è, appunto, costruita.
    Scopriremo tra poco come riconoscerli.

    Il Reportage si sposa col Ritratto

    Ma quindi il reportage autentico è totalmente privo di foto in posa? Non esattamente: il Reportage è qualcosa di più che una serie di scatti rubati, infatti si sposa benissimo con l’antica disciplina del Ritratto.

    Alcune delle fotografie più importanti dei nostri tempi, eseguite da veri maestri del Reportage, sono dei ritratti in cui il soggetto guarda direttamente in camera. Il fotografo interagisce con il soggetto in maniera molto evidente, di certo non è uno scatto rubato, ma quell’opera d’arte è il risultato dell’incontro tra queste due persone.
    Un ritratto così concepito, quest’immagine di un incontro, può rappresentare qualcosa di immensamente più grande. Come ad esempio l’incontro tra due civiltà lontane.

    Nel matrimonio Reportage e Ritratto dovrebbero alternarsi costantemente, e mescolarsi armoniosamente fino a confondersi l’uno con l’altro.

    Sposa in vestaglia in bianco e nero, controluce

    Luce (in)naturale

    Un’altra credenza fuorviante sul Reportage è quella che si debba usare esclusivamente la luce naturale. Non è sempre così. Diversi fotografi di Reportage infatti ricorrono alla luce artificiale come cifra stilistica distintiva, oppure in caso di bisogno.

    In un matrimonio la priorità assoluta deve essere la massima discrezione. La luce artificiale va limitata al minimo indispensabile, ed usata nella maniera più discreta e armoniosa possibile.
    Se usata nella maniera corretta la luce artificiale permette di raccontare momenti che sarebbero impossibili da immortalare altrimenti.

    Ma come riconoscere se il Reportage di un fotografo è autentico o costruito?
    Bisogna individuare pochi semplici segnali, il più importante dei quali è senza dubbio la ripetitività.

    La ripetitività.

    Ogni fotografo ha il suo stile. E’ normale che alcuni tratti distintivi del suo lavoro si ripetano. Se però la ripetizione diventa eccessiva c’è qualcosa di sbagliato.
    Se le posizioni degli sposi sono troppo simili tra una fotografia e l’altra o tra un matrimonio e l’altro (magari cambia soltanto il contesto), c’è qualcosa di sbagliato.

    Stiamo parlando di fotografie in stile Reportage, un’interpretazione personale della realtà. Ci devono essere un bel po’ di momenti rubati, ma se un fotografo coglie sempre gli stessi momenti rubati, in tutti i matrimoni, c’è qualcosa di sbagliato.
    Le fotografie ed i matrimoni di quel fotografo si somigliano troppo l’un l’altro, ben al di là dello stile? Somigliano troppo anche ai matrimoni di altri fotografi? E’ probabile che segua una serie di tendenze che stanno seguendo anche altri.
    La personalità di quegli sposi viene fuori dalle immagini? Avete la sensazione di intuire qualcosa del loro carattere, o delle emozioni che stanno realmente provando? Oppure sembrano rigidi e innaturali? Sostituendo gli sposi cambierebbe qualcosa in quella fotografia? La loro personalità è seppellita sotto i canoni estetici e le mode del momento?
    In questo caso una volta passata la moda e il canone estetico non rimarrà nulla di interessante da mostrare a figli e nipoti.

    Anche nella fase dei ritratti la ripetizione eccessiva può essere un campanello d’allarme.
    Esiste una differenza tra seguire una moda e imitare qualcun altro. C’è un limite a quanti di sorrisi puoi fare senza rischiare una paresi facciale.
    Un ritratto descrive un incontro che avviene in un momento, niente di più e niente di meno. Non possono esistere due incontri identici in due momenti identici.
    Lo stile del fotografo può essere costante ma la storia che racconta non può ripetersi mai.

    Avete già capito che amo il Reportage autentico. Mi piace lasciare che gli sposi si comportino normalmente dimenticandosi di me. Li osservo con attenzione, e spesso nella fase dei ritratti chiedo loro di ripetere dei gesti che gli ho visto fare spontaneamente.

    Adoro anche il Ritratto perchè è un’occasione per rivelare qualcosa di intimo, qualcosa che va oltre la superficie, che rimane come un’orma indelebile nel tempo.

    Un altro importante segnale:

    I prezzi di un servizio fotografico di matrimonio

    I prezzi di un servizio fotografico di matrimonio sono molto variabili e dipendono da moltissimi fattori. Per questo eviterò di dirvi esattamente quanto spendere. Però potete usare il prezzo come un’informazione utilissima che vi aiuterà, se lo sapete interpretare, a fare la scelta giusta.

    Fotografare matrimoni è impegnativo, a prescindere dallo stile del fotografo. Che sia specializzato nel ritratto, nel reportage o nello still life, un buon fotografo ha impiegato decenni per imparare quello che serve per darti un servizio eccellente.
    Ha speso decine di migliaia di euro in formazione, ha fatto moltissima gavetta, ha sbagliato ed ha aggiustato il tiro un’infinità di volte.
    Gli state anche affidando una grandissima responsabilità. Lo incaricate di raccontare un evento irripetibile ed importante come il vostro matrimonio. Può il suo costo non tenere conto di tutto questo?

    La buona notizia è che potete usare il prezzo come un’indicatore. Se è troppo allettante chiedetevi perché.

    Conclusioni: scegliere il fotografo per il matrimonio

    Se prestate attenzione ai semplici segnali di cui abbiamo parlato capirete molte cose sul vostro fotografo, e vi aiuteranno ad individuare quello giusto, ma il segnale più importante ve lo darà l’istinto. L’istinto!? Ma come, non dicevamo di prestare attenzione, di cogliere i segnali, di analizzare? Si, infatti, mi spiego meglio

    La fotografia matrimoniale è diventata un genere fotografico a se stante, che ingloba e reinterpreta molti altri generi, non è più un semplice servizio. Il Fotografo di Matrimonio si mette in gioco in prima persona. Più che un lavoro per lui è una missione, che lo coinvolge ad un livello più profondo. Oltre alla tecnica, il fotografo ci mette l’Anima. Ecco perché vi servirà l’istinto.

    I segnali di cui abbiamo parlato vi aiuteranno a fare una selezione basata su dati relativamente oggettivi, ma è l’istinto che vi dirà se quel particolare modo di raccontare le cose fa al caso vostro. Se riuscirà ad emozionarvi anche fra 50 anni, se coglierà lo spirito della vostra festa senza snaturarlo.

    Spero di esservi stato utile, ho scritto quest’articolo con l’intenzione di rispondere a qualche domanda che mi viene posta ma soprattutto per generarne molte altre. Se ne avete, scrivetele nei commenti o contattatemi in privato.


    In bocca al lupo e buona scelta!

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