La Chiusura di Dpreview: Addio a una Fonte di Informazioni sulla Fotografia

NOTA: Leggete tutto, dopo il primo capitolo diventa più interessante.

Dpreview, una piattaforma online popolare tra gli appassionati di fotografia, ha annunciato la sua chiusura il 14 marzo 2023. La notizia ha lasciato un vuoto nella comunità fotografica, poiché Dpreview era diventato una fonte di riferimento per recensioni, notizie e discussioni su fotocamere, obiettivi e altri accessori fotografici.

Dpreview è stata fondata nel 1998 da Phil Askey e nel corso degli anni è diventata una fonte affidabile di recensioni e analisi imparziali di fotocamere e obiettivi. Il sito web era noto per le sue procedure di test approfondite e la capacità di fornire informazioni tecniche in modo accessibile ed coinvolgente.

La chiusura di Dpreview ha colto di sorpresa molti membri della comunità fotografica. Il sito web era una risorsa per fotografi di tutti i livelli, dai principianti ai professionisti, e la sua chiusura sarà sentita da molti.

Dpreview ha citato diverse ragioni per la sua chiusura, tra cui la crescita dei social media e la diminuzione delle entrate pubblicitarie. Negli ultimi anni, piattaforme come Instagram e Facebook sono diventate le principali fonti per condividere foto e connettersi con altri fotografi. Ciò ha portato a una diminuzione del traffico per Dpreview e altri siti web di fotografia.

Inoltre, la diminuzione delle entrate pubblicitarie ha reso difficile per Dpreview sostenere le proprie operazioni. Con la crescita degli ad-blocker e il passaggio ad altre forme di pubblicità online, è diventato sempre più difficile per i siti web generare entrate tramite gli annunci pubblicitari.

La chiusura di Dpreview è un triste ricordo delle sfide che gli organi di informazione indipendenti devono affrontare nell’era digitale. Con sempre più persone che si rivolgono ai social media per notizie e informazioni, i siti web indipendenti come Dpreview trovano difficile competere per attenzione ed entrate.

Nonostante la sua chiusura, Dpreview sarà ricordata come una pioniera nel mondo del giornalismo fotografico online. Il suo lascito vivrà attraverso i suoi archivi e i ricordi dei fotografi che si sono affidati ad essa per informazioni e ispirazione.

Mentre diciamo addio a Dpreview, dovremmo prendere un momento per riflettere sull’importanza dei media indipendenti e sulle sfide che questi devono affrontare nell’era digitale. Dovremmo anche ricordare l’impatto che Dpreview ha avuto sulla comunità fotografica e sul ruolo che ha svolto nel plasmare la nostra comprensione di fotocamere e obiettivi.

Riposa in pace, Dpreview. Ci mancherai.

Giù la maschera

Tutto quello che avete letto finora è stato generato da una Ai, ChatGPT per essere precisi. La versione gratuita! Le ho chiesto semplicemente di scrivere un post sulla chiusura di Dpreview e quello che avete letto è il risultato.

Potrei fermarmi qui e un lettore sveglio avrebbe materiale per pensare autonomamente alle vere cause e alle vere implicazioni della chiusura di Dpreview.

È anche vero però che un lettore sveglio non ha bisogno di leggere un mio articolo per fare queste riflessioni, mentre un lettore disattento probabilmente ha il Fantacalcio a cui pensare.

Credo che la cosa più logica da fare, dopo aver goffamente tentato uno stimolo alla riflessione, sia proprio riflettere a voce alta condividendo i pensieri con chi ha avuto la pazienza di arrivare fin qui.

Intelligenza Artificiale

Il primo pensiero che mi frulla in mente è proprio che la Ai abbia un ruolo. Non soltanto nella chiusura di Dpreview, ma proprio nella trasformazione che vedremo da qui in avanti nell’editoria scritta.

Non c’è bisogno di una persona per scrivere un post per un sito o un blog, che sia decente e sufficientemente completo. Certo, al post di cui sopra mancano le opinioni di chi scrive, il suo particolare modo di mettere insieme i puntini, che differisce dal disegno che chiunque altro potrebbe tracciare seguendo gli stessi puntini.

Le opinioni la AI non ce le ha. O se ce le ha le è stato raccomandato di non esprimerle. E poi, anche se le esprimesse sarebbero le sue, non le mie. Non avrei interesse a inserire le opinioni di qualcun’altro, o qualcos’altro, nel mio blog.

Questo però è un ragionamento da creatore del contenuto, non da fruitore. Il fruitore le vuole leggere le opinioni del creatore o ne può fare a meno?

Direi che dipende dal tipo di contenuto. Nel caso specifico delle recensioni di fotocamere una certa dose di oggettività fa sicuramente bene. Non vogliamo che la recensione che stiamo leggendo sia inquinata dalle simpatie personali dell’autore. D’altro canto non vogliamo nemmeno che la recensione sia soltanto una lista delle caratteristiche così come dichiarate dalla casa costruttrice.

Vogliamo che il recensore metta alla prova la veridicità di quello che la casa pubblicizza. Vogliamo che metta alla prova la fotocamera, che la testi in scenari reali, magari simili ai nostri.

La Ai quindi non può sostituire (non ancora) il recensore umano, lo può aiutare nella stesura dell’articolo, curando tutte quelle parti descrittive e oggettive della recensione, correggendo il testo, migliorandolo, suggerendo parole chiave a tema. Può accelerare il lavoro del recensore lasciandogli la parte più pratica e divertente del lavoro, per sobbarcarsi la routine meccanica.

Un sito come Dpreview poteva sfruttare questo aiuto per produrre di più, o per ridurre il personale, non mi sarei aspettato che invece accusasse il colpo.

Le opzioni sono due: o la Ai non c’entra nulla con la chiusura di Dpreview, oppure a Dpreview mancava proprio quella personalità, quel mettere alla prova le attrezzature in contesti reali, per verificare, e in certi casi smascherare, i proclami pubblicitari delle case costruttrici.

Eccola, la vera domanda: Dpreview faceva quello che ci si aspetterebbe da una persona reale dotata di opinioni reali? Oppure si limitava a pubblicizzare quello che le case produttrici dicevano, testando le macchine solo in contesti di scarso stress, come le video recensioni di Chris e Jordan, tacendo o minimizzando i problemi che poi i fotografi veri si sarebbero ritrovati ad affrontare durante i lavori veri?

Lo chiedo a voi, io voglio essere neutrale come ChatGPT

La Banda di YouTube

Ma sarà vero che una delle cause principali è l’avanzare dei social network, che ruba spazio ai siti e ai blog, trattenendo il traffico nelle rispettive piattaforme e scoraggiando le risorse esterne?

Nel caso di Dpreview, l’unico social network che avrebbe potuto defraudare il sito del suo prezioso traffico è YouTube. Difficile mettere una recensione completa su Instagram o TikTok. La gente, si parlo proprio con te, cerca le informazioni su YouTube invece di andare su Dpreview. Questo penalizza il traffico sul sito e si traduce in minori ingressi pubblicitari. Giusto? Sbagliato!

Dpreview guadagnava più dai link di affiliazione Amazon che dalla pubblicità. Dpreview era di proprietà di Amazon. Si, non ve lo avevo detto ma tanto lo sapevate già.

Dpreview serviva a convogliare quelli come te e me che ancora comprano fotocamere, fornire loro una serie di informazioni utili e ben organizzate, e poi mandarli direttamente alla cassa del mega negoziante senza passare dal confronto con gli altri negozianti.

In teoria doveva funzionare bene. In teoria doveva funzionare pure da YouTube: lo stesso link di affiliazione poteva essere, ed era, anche nelle descrizioni delle varie video recensioni, generando il medesimo incasso per il mega negoziante.

Questa spiegazione ufficiale che YouTube ha cannibalizzato il sito non mi convince. Se cerchi un’informazione specifica vai sul sito e fai “cerca”, non ti guardi 20 minuti di video. Ma anche se fosse vero, in parte o completamente, anche YouTube avrebbe generato traffico verso le casse del mega negoziante proprietario di Dpreview.

Saltare giù dal barcone che affonda

Chi compra le fotocamere? I fotografi? No, soprattutto le compra chi ama le fotocamere. I fotografi invece amano fare le fotografie e per fare le fotografie una fotocamera non è più indispensabile. È già così, non è qualcosa che avverrà in futuro.

“I veri professionisti usano le macchine fotografiche!” Disse il fotografo impaurito. Si, in molti casi è vero, ma è un fatto che la macchina non è più indispensabile. Ci sono altri modi altrettanto efficaci e a volte anche di più.

È il motivo, tra le altre cose, per cui i fotografi si sentono minacciati. Hanno legato la propria identità di fotografi al fatto di usare la macchina fotografica, e adesso che la macchina non è indispensabile anche loro si sentono non indispensabili. Ma questo è un altro argomento.

La fotocamera non è più l’oggetto che identifica il fotografo. Non conferisce più lo status di fotografo professionista, al contrario: quando vediamo per strada uno con la fotocamera al collo non pensiamo che è un fotografo. Pensiamo che è un turista o un amatore, perché nella maggior parte dei casi è proprio così.

Nessuna sorpresa che il mercato delle fotocamere si stia contraendo. Anche il mercato dell’automobile sarebbe una frazione di quello che è se l’automobile non conferisse uno status, ma servisse soltanto a spostarsi da una parte all’altra.

Il mercato delle fotocamere è in crisi per questo motivo, non per colpa degli smartphone.

Amazon sicuramente lo sa e potrebbe aver deciso di saltare giù dal barcone che affonda prima di avvertire perdite significative.

Poco importa se dentro quel sito c’è un quarto di secolo di informazioni, di cultura, di contributi di persone vere che andranno definitivamente perduti. Amazon non ragiona così, ragiona con la calcolatrice in mano.

Il mercato si è trasformato più velocemente di quanto Dpreview non sia riuscito a fare, e Amazon va dove va il mercato.

D’ ora in poi

La chiusura di Dpreview è una perdita, non ci sono dubbi su questo. La sua eventuale, e del tutto opinabile, incapacità di generare nuovi contenuti interessanti nulla toglie a ciò che è stato in passato. Al suo enorme database di informazioni, al suo forum che è stato l’università e anche il dottorato di molti. Non andrebbe rimosso.

Forse è vero, non è più tempo che generi nuovi contenuti, ma tutto ciò che contiene è patrimonio dell’umanità fotografica.

Chi prenderà il suo posto? Nessuno. Non si può e non sarebbe giusto. Chiunque si faccia avanti promettendo recensioni oggettive, leggesi descrizioni delle caratteristiche, non ha capito che per quello c’è già l’Ai. Non ce n’è più bisogno.

Chi continuerà a strizzare l’occhio alle case produttrici nella speranza di essere invitato al prossimo evento in Giappone, o di potersi fregiare dell’etichetta di “Ambassador”, non ha capito che così facendo non fa un favore a nessuno a parte il proprio ego.

Chi in questi anni è andato contro corrente, toccando i nervi scoperti delle attrezzature fotografiche, finora non ha vissuto tempi felici. Spero che questi sappiano cogliere la palla al balzo, che smettano di proporsi al pubblico come l’alternativa e inizino a lavorare come recensori professionisti, che oltre a toccare i nervi scoperti diano spunti costruttivi nella direzione delle reali esigenze dei fotografi.

Comunque vada, vivremo lo stesso felici e contenti.

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